Nata sulla scia dell’esigenza di mantenere il diritto allo studio e di dare continuità al servizio di istruzione, la didattica ibrida sembra adesso avviarsi verso il viale del tramonto, non essendoci più l’emergenza sanitaria e la necessità di un distanziamento sociale.
Il mondo del lavoro, sia privato che pubblico, al contrario sta investendo molto nella flessibilità e nello smart working. Le videoconferenze sono la normalità e anche il lavoro in modalità ibrida (alcuni lavoratori in sede ed altri da casa collegati) sarà sempre più utilizzato.
La scuola non può restare indietro rispetto a questo cambiamento epocale. Sempre più studenti sono impossibilitati a rimanere a scuola per i rientri pomeridiani, e sono in aumento i progetti interdisciplinari che coinvolgono più docenti e più classi contemporaneamente o soggetti esterni che operano localmente e/o a livello nazionale e internazionale.
La didattica ibrida può rispondere all’esigenza di cambiamento che è in atto nell’ambito della formazione, poiché favorisce l’adozione di un nuovo approccio all’apprendimento dove spazio fisico e spazio digitale si sono integrati. Essa propone un modello esperienziale che coinvolge tanto gli alunni in presenza quanto gli alunni che seguono da remoto, rendendoli tutti protagonisti del processo di apprendimento.
Il percorso formativo intende illustrare e sperimentare in modalità laboratoriale alcune metodologie innovative di didattica ibrida e condividere percorsi didattici nei quali sono state sperimentate. In particolare, saranno attivati due laboratori in modalità ibrida: uno di debate e uno di Project Based Learning (PBL).
Inoltre verranno definiti ruolo e competenze del Digital Duty Manager (DDM), una nuova figura di raccordo tra gli aspetti didattici e quelli organizzativi della scuola.